LETTERATURA ITALIANA DEL MEDIOEVO E DEL RINASCIMENTO

INDICE > Francesco Petrarca > La vita privata e la vita pubblica

Quando scrive, Petrarca si presenta soprattutto come poeta e studioso. Spesso racconta quanto gli siano cari i  libri, la quiete, la vita semplice, come ami concentrarsi sulla scrittura delle proprie opere. Proclama di detestare il rumore delle grandi città, la vita piena di affari politici o  economici, gli onori. In realtà Petrarca sembra molto ambizioso e desideroso di essere vicino ai luoghi del potere politico. Tant’è vero che è molto abile a  stringere e mantenere rapporti con grandi personaggi del suo tempo: imperatore, papi, cardinali, re, principi, condottieri, ecc. Pochissimi letterati nella storia hanno goduto di tanta stima tra le alte gerarchie del potere. Nella sua vita ottiene anche un onore eccezionale: in Campidoglio, a  Roma, viene incoronato poeta con la corona d’alloro, secondo l’uso nella Roma antica, che celebrava così i  poeti ufficiali.

Petrarca ha un’idea elitaria della poesia come vertice del lavoro intellettuale. sostiene che il poeta, nella società, dovrebbe avere un posto „alto“, al fianco del principe, come succedeva nella Roma antica. È da questo punto di vista che egli si rivolge ai grandi signori, porta loro esempi dalla storia antica, apprezza la loro amicizia, li incoraggia a  imprese virtuose. Spesso li critica (soprattutto l’imperatore Carlo IV); lo fa però richiamandosi ad alti ideali, condivisi da tutti, perciò la sua critica non lo mette a  rischio. Le sue proposte politiche hanno, fra gli obiettivi, l’aumento del prestigio dell’Italia (grazie al ritorno del papa e dell’imperatore a  Roma). Petrarca è quindi capace di superare il “campanilismo” (attaccamento politico alla propria città, tipico dell’Italia medievale) e di vedere l’Italia come un unico grande paese (erede della Roma antica), destinato a  governare tutto il mondo.

Nelle sue opere Petrarca si fa giudice della sua epoca. La misura con il metro della Roma antica e constata che tutto è in degrado. Soprattutto, è degradata la “virtù”: la capacità di fare grandi cose, di combattere con coraggio, di essere capaci di sacrificarsi, di vivere nella semplicità e non nel lusso.

< La soggettività | L'Umanesimo >

[Univerzita Palackého v Olomouci]

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